domenica 13 maggio 2012

Alpini a Bolzano



Dovrei parlarvi delle strade della mozzarella, ma mi permetto di ritagliare un piccolo spazio per raccontarvi della grande manifestazione che sta avendo luogo nella mia città: Bolzano. Da due giorni infatti la città è stata letteralmente invasa da 2-300mila alpini, provenienti, è il caso di dirlo, da tutto il mondo: Australia, Canada e Argentina per citarne alcuni.


Si sono accampati ovunque, dai prati lungo le sponde del fiume Talvera, alle rotonde in mezzo alle vie: ci hanno invasi con tende, muli e un'irrefrenabile voglia di festa. La città è stata chiusa al traffico e le strade si sono riempite di stand e soprattutto persone, che transitano con mezzi quantomeno originali.
La città, inizialmente diffidente, ha accolto queste persone con uno spirito di festa e con grande voglia di divertimento.

Per chi vive qui è stata, non dico una grande sorpresa, ma quasi: chi conosce la storia altoatesina sa che questa è una terra di confine, in cui convivono, non senza problemi, diversi popoli (tedesco, italiano e ladino). Parliamo tre lingue e abbiamo quotidianamente a che fare con persone che in parte condividono le stesse tradizioni ma che dall'altra hanno anche origini differenti. Tale convivenza ha spesso portato a degli scontri: esiste un vero e proprio partito che si pone come obbiettivo l'annessione del Sudtirolo all'Austria e più in generale, sicuramente la convivenza di diversi gruppi etnici comporta problemi organizzativi molto articolati. Ecco perché, l'adunata degli alpini era vista con una certa preoccupazione. Tutti ci siamo dovuti ricredere: è stata lasciata da parte la politica, ha preso il sopravvento la voglia di festa, la volontà forse di sentirsi uniti in un momento in cui l'unità non è certo il nostro forte.



Non voglio entrare nel merito, dunque, di ideologie, questioni politiche ecc.. Mi permetto solo di fare una piccola riflessione, quella che è nata nella mia mente in questi giorni girando per le strade, sentendo parlare la gente e seguendo la sfilata, tutt'ora in corso, dei 300mila alpini. (Permettetemi di fare i complimenti al mio papi che si è occupato della telecronaca di questo evento <3).
E' inutile negarlo, il nostro sta diventando sempre di più un mondo globalizzato: le persone si spostano, viaggiano, tante nascono in un luogo e vivono in altri 100 durante la loro vita. La trovo una cosa bellissima: finalmente le persone si conoscono, condividono culture, tradizioni. Ma forse è proprio questo il punto: la globalizzazione ha senso forse, solo se si ha una cultura d'origine da portare con sè, da condividere.
Conosco tanti giovani come me che non vedono l'ora di andarsene, che spesso addirittura si vergognano del posto in cui sono nati, da cui provengono. Beh, io credo che invece le nostre origini siano la nostra forza: non dobbiamo pensare che esse condizionino il nostro futuro, ormai tutti possono fare tutto, ma è inutile negare che ci influenzino, positivamente e negativamente.
Credo che conoscere le proprie origini, le prorie tradizioni, anche se poi non le si porta avanti nella pratica, sia fondamentale per la propria identità e tale consapevolezza ci renda persone più ricche. Conoscere la storia della propria terra, non dovrebbe essere solamente un piacere, ma soprattutto un dovere morale nei confronti delle prossime generazioni.

Forse è questo che dobbiamo imparare dagli alpini: ogni anno, a prescindere da dove vivono ora, si riuniscono per ricordare da dove provengono.


Visto che questo è un blog di cucina, penso che anche solo diffondere e portare avanti la propria cucina tradizionale, possa essere un modo vincente per ricordare le nostre origini. Per cui, sappiatelo, fra insalata di ananas e muffin americani, qui troverete sempre ricette della mia cara regione.
Un bacio e scusate per la piccola parentesi non culinaria.

11 commenti:

  1. Amo questi raduni, probabilmente perchè mio padre non se ne perdeva uno dei carabinieri in pensione ma credo anche, come dici tu, perchè mettono insieme persone con origini diverse, accomunate da un amore, una passione, un'identità che va oltre i campanilismi, capaci di portare la propria realtà in un bene comune.
    Un po' come succede nei nostri blog, la condivisione delle proprie originalità.
    Hai fatto bene a pubblicare questa parentesi anche di riflessione, abbiamo tempo per le ricette.
    Un abbraccio!

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  2. Che bel post..che foto splendide ! Grazie

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  3. ciao Gaia, che foto splendide, sono anche io tutta eccitata per quest'aria di festa, anche se a Merano di alpini ce ne sono molti di meno.
    Ieri sono passata in macchina davanti alle caserme per curiosare un po' e mi sono commossa al pensiero di questo raduno. Pensavo di chiudermi in casa e lasciar passare questo avvenimento invece mi sento molto coinvolta e ho letto con molto piacere il tuo post. grazie mille

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    1. Ma sai che è successo a tanti? Prima vedevano quest'evento come una scocciatura e alla fine si sono divertiti tantissimo! :)

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  4. Ciao Gaia,condivido in pieno le tue parole...amo le mie radici e allo stesso tempo non le "sbandiero" in continuazione come fanno molti , le tengo strette al mio cuore ed escono al momento opportuno come un tenace Bucaneve tra la coltre bianca....curioso tra le "radici" altrui e ne godo i pregi e i difetti...
    Brava Gaia, un abbraccio,
    Simona

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  5. bel post cara (quasi)concittadina! bellissime foto!!!!

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  6. ciao gaia! Complimenti davvero per i contenuti del tuo post e per le splendide foto!
    Grandi spunti su cui riflettere ...
    Un bacio
    Tania

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