sabato 31 dicembre 2011
Domani sarà un nuovo anno: ecco il mio augurio!
Questo è stato un anno strano, se ci penso così, mi dico che è stato un anno qualsiasi ma se mi guardo indietro forse non è stato proprio così.
E' iniziato con un sacco di stress per la laurea, che ho dovuto rinviare,con grande delusione visto che non è stato a causa mia. Poi la laurea è diventata vicina sempre più vicina e sembrava che finalmente la stanchezza, la frustrazione potessero essere sostituite solo con felicità soddisfazione.
Eppure...a pochi giorni da quel momento lei se n'è andata, anzi no, si è addormentata. Lei che è sempre stata la migliore amica di mia sorella da quando avevano 11 anni, che girava per casa come se facesse parte della famiglia, che viveva nello stesso appartamento di mia sorella all'università. Si è addormentata e ora continua a dormire, è la bella addormentata...ma non c'è un principe che possa svegliarla.
Sono quelle cose che non pensi possano accaderti, non a te, non a chi conosci. Eppure è successo a lei, a noi e forse non riusciremo mai più a vedere le cose dallo stesso punto di vista. Lei doveva esserci alla mia laurea, lo dicevamo dal primo giorno in cui mi sono iscritta all'università e invece c'è stato un vuoto. Per quanto fossi contenta del raggiugimento del mio obbiettivo, per il quale ho tanto lottato, sentivo che forse aveva poco significato di fronte a una perdita del genere...poi, dopo un po' di tempo, ho capito.
Ho capito che non puoi sapere quando io te ne andrai, quando le persone care se ne andranno. Ma questo non significa che devi vivere nel terrore, anzi...vuol dire che ogni giorno è importante trovare una ragione, anche piccola, per essere felici. Anche nella giornata peggiore, anche quando vorremmo solo andare a letto e dormire per non pensare, anche in quel giorno possiamo trovare qualcosa di positivo: aver fatto bene il proprio lavoro, aver cucinato un dolcetto, aver strappato un sorriso a un'amica triste, averne ricevuto uno dalla cassiera del supermercato.
Sono quelle cose che tante persone non possono più vedere, sentire, e forse, noi che possiamo, trascuriamo perché siamo troppo impegnati a crogiolarci nei nostri problemi.
Non possiamo portare indietro le persone che se ne sono andate, ma possiamo tentare di imparare qualcosa, anche se dare un senso a certe cose, un senso non ce l'ha.
So che questo non è il tipico post di capodanno e spero sinceramente di non avervi rattristato. Se però siete arrivati in fondo a questo post, allora continuate ancora per queste poche righe.
Vi auguro un anno pieno di emozioni, di sfide, di avventure e di soddisfazioni, belle e brutte, perché ognuna di esse può rendervi delle persone più belle, forti, ricche interiormente. Vi auguro di riuscire a girarvi e vedere quanto sia bello il sorriso di vostro figlio, di cambiare lavoro se potete o di metterci tutto l'impegno se per ora non se ne può fare niente, di fare quella telefonata che da tanto rinviate all'amica con cui avevate litigato, di decidere di rimettere in discussione tutto ciò che vi fa soffrire, perché potete farlo e anche bene.
Facciamo così: ci ritroviamo qui l'anno prossimo, se avremo anche solo un sorriso in più rispetto a quest'anno vorrà dire che abbiamo fatto un gran bel lavoro!
Ormai il 2011 è passato, è andato, basta pensarci: buon 2012 a tutti!
venerdì 30 dicembre 2011
Aspic rosso rubino al prosecco (Ruby red sparkling wine asipc)
Domani finisce il 2011, siete contenti o un po' vi mancherà? Siete festaioli o a capodanno preferite chiudervi in casa e andare a dormire alle 11?
Io devo dire che dopo aver superato il periodo adolescenziale, quando non festeggiare a capodanno rappresentava una vera e propria tragedia, ora non ambisco a festini da film o party in discoteca. Se c'è qualcosa di carino da fare bene, altrimenti ben venga qualche buona golosità da gustarsi davanti alla tv. Ciò a cui non posso rinunciare è cucinare, su questo non transigo :D
Sono sicura che voi avrete già il vostro menù pronto, la spesa fatta e tutto il resto ma se c'è ancora qualcuno, come me, che sta raccogliendo idee vi lascio un'idea per un brindisi particolare: un bell'aspic al prosecco colorato di rosso da lamponi e melagrana. Dolce ma non troppo, è ideale per pulire la bocca dopo il cotechino e prima di assaggiare, per esempio, un meraviglioso tiramisù alle noci e caramello salato, come quello che vi ho proposto qui.
Occhio: l'aspic è alcolico perché il prosecco viene messo a freddo.
Se volete un dolce più adatto anche a chi non ama particolarmente l'alcol, lasciate bollire anche il prosecco, in modo da far evaporare l'alcol.
Un'alternativa non male se volete ottenere un aspic analcolico, magari per i bambini, potete tralasciare completamente il prosecco e aromatizzare l'acqua con dello sciroppo di sambuco. In questo caso state attenti con lo zucchero perché lo sciroppo è già dolce di suo.
Un'ultima idea, per chi vuole fare una cosa ancora più chic, è di usare lo spumante invece del prosecco! ;)
Per la presentazione, se avete una cena a buffet,potete optare per delle microcoppette di plastica come quelle che ho usato io. Sono pratiche e non si rompono! Se invece preferite una versione elegante, fate solidificare l'aspic dentro dei flute. Nulla vieta poi, di fare un megaaspic in uno stampo più grande, ma farlo in coppette singole vi evita quei momenti di terrore quando dovete staccarlo dallo stampo senza farlo finire nella ciotola del cane!
Ingredienti (per 18 coppettine che vedete in foto):
1 bottiglia e mezzo di spumante secco
120 gr di zucchero bianco
38 gr di gelatina in fogli
2 melagrane circa
300 gr di lamponi surgelati
1 arancia
Innanzitutto ho messo la gelatina in acqua fredda ad ammorbidirsi. Nel frattempo ho messo a bollire una pentola con 150 ml di acqua, lo zucchero e la scorza d'arancia grattuggiata finemente.
Una volta giunta ad ebollizione, ho filtrato l'acqua con un colino, eliminando la scorza d'arancia. Ho sciolto la gelatina, ben strizzata in microonde, quindi l'ho aggiunta all'acqua zuccherata mescolando bene. Ho unito lo spumante e ho messo a raffreddare un po'.
Ho sbucciato e sgranato le melagrane. In ogni coppettina ho messo un po' di chicchi di melograno e qualche lampone, ancora surgelato. Vi ho versato sopra la gelatina e ho messo a raffreddare.
Ho tirato fuori le coppettine qualche minuto prima di servire.
Ingredients (makes 18):
1,5 bottle of dry sparkling wine
120g of white sugar
38g of gelatine leaves
2 pomegranates
300g of frozen raspberry
1 orange
I put the gelatine leaves in cold water to soften them. In the mean time, I boiled 150ml of water, the sugar and the grated peel of the orange. When the liquid boiled, I filtered it with a strainer, eliminating the orange peel. I melted the squeezed gelatin in the microwave oven, then I added it to the liquid and stirred well. I added the sparkling wine and left it to cool.
I peeled and husked the pomegranates. In every small cup I put some husks of pomegranate and some raspberries, still frozen. I poured the jelly on them and left it to cool. I took the cups out of the fridge a few minutes before serving.
lunedì 26 dicembre 2011
Tiramisù alle noci e caramello salato di Montersino
Bonsoir! Come state miei cari? Avete passato buone feste, vi siete rimpinzati? Io ho fatto cenone il 24 (come da tradizione tedesca) e mi sono sbizzarrita in cucina. Una delle ricettine meglio riuscite è stato il dolce, ma d'altronde andavo sul sicuro: Montersino non delude!
Da quando avevo ricevuto in regalo il suo libro su tiramisù e chantilly non vedevo l'ora di poter sperimentare. Certo, vista la lunghezza del procedimento aspettavo un'occasione un po' importante ;)
Il risultato è stato eccelso! Un gusto delicato ma con un tocco di originalità che sorprende il palato. Unica pecca: con le dosi indicate per il caramello a me non è rimasto liquido, ma si è molto rappreso e incollava un po' i denti, forse ci va un po' più di liquido e per il mio gusto un pizzico in più di sale.
Per il resto voglio condividere con voi una scoperta: con il paiolo di rame il caramello viene persino a me!
Vi lascio alla ricetta e ci sentiamo presto con qualche altra ricettina, magari da riproporre a capodanno ;)
Ps: non fatevi spaventare dalla lista degli ingredienti, è più veloce da fare di quanto possiate pensare!
Ingredienti (per 8/9 porzioni ma dipende dalle coppe che usate):
Per le noci caramellate:
125 gr di noci
65 gr di zucchero
20 gr di acqua
Per la crema di mascarpone e noci:
250 gr di mascarpone
meringa italiana
5 gr di liquore nocino
Per la meringa italiana:
100 gr di zucchero
20 gr di acqua
50 gr di albumi
Per il caramello salato:
125 gr di zucchero
40 gr di acqua
25 gr di liquore nocino
2 gr di sale
Per la finitura:
200 gr di savoiardi (io ho comprato quelli morbidi sardi, ne ho usati due grandi)
crema tiramisù classica
150 gr di bagna al caffè (io ho usato un po' di caffè decaffeinato zuccherato, senza seguire le dosi del libro)
100 gr di cioccolato fondente
noci caramellate
Per la crema tiramisù classica:
base tiramisù pastorizzata
150 gr di panna
150 gr di mascarpone
Per la base tiramisù pastorizzata:
45 gr di tuorli
85 gr di zucchero
25 gr di acqua
una punta di polvere di vaniglia
Ho inziato preparando la base tiramisù pastorizzata: ho messo lo zucchero e l'acqua in un pentolino e ho messo sul fuoco. Nel frattempo ho montato i tuorli con la vaniglia, utilizzando delle fruste. Ho fatto raggiungere all'acqua zuccherata una temperatura di 121° (ho usato un termometro da cucina) e ho spento. Ho versato a filo lo sciroppo sui tuorli, montando con le fruste finché la crema non si è raffreddata.
Ho preparato la crema tiramisù classica mescolando la base tiramisù col mascarpone e aggiungendo poi la panna, leggermente montata. Ho coperto e messo da parte.
Per le noci caramellate, ho tritato a coltello i gherigli di noce e le ho messo a scalarsi alcuni minuti in forno a microonde. Nel frattempo in un pentolino ho messo lo zucchero e l'acqua e ho fatto raggiungere allo sciroppo una temperatura di 119°, quindi ho aggiunto le noci e ho lasciato caramellare. Ho versato i gherigli caramellati su un tagliere coperto di carta da forno. Ho lasciato raffreddare, quindi ho "sgranato" le noci con le mani.
Per la meringa italiana ho messo sul fuoco l'acqua e 80 gr di zucchero. Ho fatto raggiungere 121° quindi ho versato lo sciroppo a filo sugli albumi, precedentemente montati per metùcon 20 gr di zucchero. Ho continuato a montare con le fruste fino a raffreddamento.
Ho preparato la crema al mascarpone e noci mescolando il mascarpone col nocino, ho aggiunto le noci caramellate, quindi ho aggiunto la meringa italiana.
In un paiolo di rame ho fatto caramellare 125 gr di zucchero, quindi ho aggiunto 2 gr di sale e 40 gr di acqua bollente. Ho fatto sciogliere bene (a contatto con l'acqua il caramello si è un po' rappreso), infine ho aggiunto il nocino.
Ho preso i miei bicchieri e ho iniziato a comporre il dolce. Sul fondo ho messo un pezzetto di savoiardo e l'ho bagnato con un po' di caffè zuccherato. Ho aggiunto un po' di crema al mascarpone e noci. Ho versato un po' di caramello salato (se vi si rapprende, rimettetelo sul fuoco un minuto). Ho aggiunto un po' di crema al tiramisù, quindi ho messo a raffreddare.
Nel frattempo ho preparato un po' di caramello e ho caramellato qualche gheriglio di noce.
Ho preso di nuovo i bicchieri, ho creato un disegno col cioccolato fuso al microonde e infine ho decorato con la noce caramellata. Lasciate in frigo (o sul balcone viste le temperature) fino al momento di servire.
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domenica 25 dicembre 2011
Tanti auguri di buon natale da pane e acqua di rose!
Cari lettori,
non voglio certo rubarvi tempo, so che sarete intenti a cucinare, incartare e assaggiare. Volevo solo farvi i miei più sinceri auguri di una sereno natale.
E se vi sentite tristi, o vi manca qualcuno, o siete preoccupati vi auguro di riuscire a ritrovare un po' di quella magia che da piccoli vi faceva alzare alle 5 della mattina per scartare i regali, che vi faceva saltellare di gioia e che attendevate tutto l'anno. C'è qualcosa che può farvi felice a natale, ne sono sicura: che sia fare i biscotti, decorare la tavola, stare in compagnia dei vostri nipotini o mangiare una bella fetta di panettone. Concentratevi su quella cosa e sono sicura che potrete vivere in maniera più dolce questo natale.
Quindi cari lettori, Buon Natale e un abbraccio in particolare a chi passerà questo natale con qualche pensiero in più, qualunque esso sia
mercoledì 21 dicembre 2011
Gingerbread cookies: gli omini di panbiscotto
Ho 23 anni eppure mi esalto più dei bambini davanti ai cartoni animati. E' più forte di me: i cartoni risvegliano in me lo spirito più infantile, mi faccio prendere, tifo per i vari personaggi e seleziono i miei preferiti. Dopo una brutta giornata non c'è nulla di meglio di una bella storia che finisce bene.
A voi cosa fa tornare bambini?
Tornando ai cartoni, uno dei miei preferiti degli ultimi anni è sicuramente Shrek, lo conoscete tutti no? Beh, c'è un personaggio che ogni cuoca non può che ricordarsi, è lui: il mitico omino biscottino!
Sarà che quei biscotti sorridenti appesi all'albero sono il mio sogno di bambina, sarà che sono così simpatici ma gli omini di panpepato sono rimasti nel mio immaginario come simbolo del Natale, pur non avendone mai avuto uno sul mio albero.
Quando quest'anno ho dovuto decidere che biscotti realizzare per Natale ho colto l'occasione per usare un fantastico stampino a forma di omino che mi aveva regalato la mia amica Giulia (love u) anni fa, ma che non avev ancora avuto occasione di provare. La ricetta andava scelta coerentemente e ho deciso di fare riferimento a quella proposta nel libro "Buon appetito America".
Ho cambiato un po' la componente zuccherina, perché secondo me le dosi della ricetta erano tarate sul gusto americano ed erano veramente esagerate! Poi, per carità, de gustibus! :)
Ah, io non li appendo all'albero perché il cane se lo divorerebbe, ma se volete usare questi biscotti come decorazione basta che facciate un buco prima di infornarli. Una volta cotti e decorati fate passare un nastrino colorato e sono pronti per essere appesi!
Uno dei prossimi giorni vi faccio vedere anche gli altri biscotti, ideali per qualche ragalo!
Prima di lasciarvi alla ricetta ringrazio i mie due aiutanti: mia sorella, che a modo suo mi ha aiutato a tagliare i biscotti, e il mio ragazzo, che ha avuto la geniale idea di trasformare una siringa "medica" in una siringa da cucina!
Ingredienti (per circa 38 omini):
per i biscotti:
840 gr di farina 00
4 cucchiani di zenzero in polvere
4 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
1 cucchiaino di noce moscata in polvere
1 cucchiaino di lievito in polvere
1 cucchiaino di sale
200 gr di burro a temperatura ambiente
350 gr di zucchero di canna (io uso quello integrale dell'altromercato, è buonissimo e si fa anche del bene)
2 uova medie
125 gr di sciroppo d'acero
per la glassa (mi è bastata per questi biscotti e per molti altri, ma come potete vedere non ho decorato con tanta glassa):
2 albumi
un po' di succo di limone
circa 320 gr di zucchero a velo
In una ciotola ho mescolato la farina, le spezie, il sale e il lievito. In un'altra ciotola ho montato il burro morbido con lo zucchero, quindi ho aggiunto le uova. Ho aggiunto lo sciroppo d'acero. Pian piano ho aggiunto il mix di farina. Ho impastato bene, quindi ho creato una "palla", l'ho avvolta nella pellicola e l'ho messa riposare in frigo un'oretta.
Ho tirato la pasta con il mattarello, quindi ho ricavato i biscotti con lo stampino. Ho cotto a 180°, in forno statico, per circa 12 minuti. Cuoceteli un po' di più o un po' di meno per ottenere biscotti rispettivamente più croccanti o più morbidi. Ho lasciato raffreddare i biscotti.
Ho preparato la glassa unendo agli albumi a temperatura ambiente una spruzzata di succo di limone. Con le fruste li ho montati un pochino, quindi ho aggiunto pian piano lo zucchero a velo, continuando a montare, fino a ottenere la consistenza giusta.
E qui è intervenuto il mio ragazzo con la sua geniale idea: usare una semplicissima siringa da punture per decorare i biscotti! Effettivamente è stato geniale! Ho decorato i biscotti e ho fatto asciugare per bene. Ho conservato i biscotti in una scatola di latta!
martedì 20 dicembre 2011
Parigi: città magica 2
Eccomi qua :) Dopo aver decorato un quintale di biscotti, sono pronta per la seconda parte del resoconto sul mio viaggetto a Parigi! Per i biscotti attendete fino a domani o forse questo pomeriggio ;)
Ci svegliamo il secondo giorno con un tempo cupo, un po' uggioso, ma decisamente caldo! Abbiamo sempre mangiato all'aperto d'altronde. In ogni caso, col cappuccio in testa, decidiamo di andare a vedere il Sacré Couer, che si trova proprio nel quartiere dove abbiamo soggiornato.
Preparatevi a camminare in salita, infatti questa bellissima chiesa si trova in cima a una collina. E' vero però che se arrivate dal lato giusto potete salire tramite una funicolare, tranquillamente usufruibile con la carta Paris Visite.
Noi siamo masochisti e decidiamo di farci molti, molti scalini e alla fine arriviamo in cima. Sotto natale in zona c'è anche un piccolo mercatino di natale, che a parer mio è un po' triste, ma sarò io che ho il mercatino più famoso d'Italia a pochi minuti da casa e poi di mattina non rendeva molto.
La basilica del Sacré Coeur, costruita a fine 800, è un'opera d'arte di dimensioni enormi. Bianca e luminosa all'esterno, di un eleganza unica all'interno, grazie a tantissimi decori floreali di una finezza infinita. Ha uno stile particolare, che io sinceramente adoro. Potete visitare la basilica gratuitamente ma ricordatevi che in questo luogo, consacrato a Gesù, si prega 24/24h quindi giustamente si richiede grande silenzio e rispetto per i fedeli.
La collinetta in cima a Montmartre non è imperdibile solo per il Sacré Coeur: questo quartiere infatti è conosciuto come il quartiere degli artisti. Qui durante la Belle Epoque si incontravano i grandi artisti di allora. Oggi il quartiere mantiene il suo fascino, specie d'estate quando i caffé all'aperto si riempiono e gli artisti realizzano le loro opere all'aria aperta. Se vi piace l'idea potete scendere in direzione Moulin Rouge,arrivando in una via (scusate, non mi sovviene proprio il nome) dove sono state girate molte scene del film "Amelie".
Se non avete voglia di fare su e giù, sappiate che arrivare al Sacré Coeur vi permetterà già di godere di una meraviglia unica. Dalla collina infatti potrete godere di una vista meravigliosa sulla città di Parigi. Quando l'aria è pulita e c'è il sole si può vedere davvero lontano! Vi consiglio quindi di evitare lunghe code e biglietti costosi per salire sulla Tour Eiffel e godervi invece il panorama da Montmartre.
Dopo qualcosa tipo 200 foto, decidiamo di scendere per le lunghe scalinate e andare a cercarci qualcosa per fare colazione.
Troviamo una piccola patisserie (Avenue Trudaine 15, a pochi passi dalla stazione della metro) e facciamo il nostro primo incontro con Lui, il re della pasticceria francese: il croissant au beurre! Che dirvi? Una moltitudine di sfogliature, un gusto unico: l'esterno più "croccante" contrasta ma si mescola perfettamente con la morbidezza interna. Non si sente minimante la mancanza di un ripieno, è perfetto così com'è! Assieme al croissant ci pappiamo anche un abricotine, un dolce con pasta sfoglia, un velo di crema pasticcera e albicocche sciroppate. Una meraviglia anche questo!
Rifocillate a dovere ci spostiamo in tutt'altro quartiere, scendendo alla fermata Saint Paul. Ci troviamo in una via davvero carina, costellata di piccoli localini, boulangerie, fromagerie ecc.. Dopo una breve sosta caffè da Starbuck (sì, sono tossica del loro "caffè"), arriviamo alla Maison européenne de la photographie. Ci tenevo tantissimo ad andarci, perché negli ultimi anni ho sviluppato davvero una passione per la fotografia e si sa, per imparare bisogna osservare i grandi.
Il museo si trova in rue de Fourcy 5/7, ma contate che non è individuabile proprio facilmente. Rue de Fourcy sembra più un viottolo di poco conto e anche l'entrata del museo non è appariscente (assomiglia più a un ufficio).
Come sempre, mentre il mio ragazzo paga la tariffa intera (7 euro) io me la cavo con quella ridotta (4 euro). Vi dico subito che me l'aspettavo diversa: molto più grande, con nomi più famosi ecc.. Questo museo è invece tutto il contrario, o quasi: si vede che non sono abituati ad avere moltissimi visitatori, ci sono 3 piani di mostre piccolissime e tutte bene o male temporanee. Dopo un'iniziale delusione però, vi assicuro che le mostre sono davvero belle.
Andando sul sito del museo potete vedere le mostre in corso, quando siamo arrivati noi abbiamo avuto la fortuna di vedere una mostra di Klein su Roma del dopoguerra (una vera chicca), una su tre fotografi brasiliani (e qui ammetto di non aver compreso fino in fondo la loro arte), una di Martine Franck (che ha fotografato artisti a partire dagli 80 e continua tutt'ora) e infine un'interessantissima sezione sulla nascita della fotografia in Albania. Vi potranno sembrare esposizioni di poco conto ma vi assicuro che non è così! Sanno lasciare il segno. Unica pecca: la mostra su Klein è accompagnata da dettagliate spiegazioni, peccato che manchino i riferimenti numerici sulle fotografie quindi non si capisca a cosa ci si riferisca...
Quando usciamo è tardi e il nostro stomaco inizia a lamentarsi. Decidiamo di tornare sulla via principale e ci infiliamo in una boulangerie (rue St Antoine 87) che mette a disposizione anche uno spazio dove seders in pace e con servizio al tavolo. Con 9,50 euro a testa ci pappiamo due splendide baguette, dal gusto decisamente classico: camembert per la prima, paté e cetriolini per la seconda. Sempre nel menu, erano comprese due bibite e due dolci. La scelta è ardua: alla fine però ci decidiamo per un'éclair al caffè (ma perché a me la crema al caffé non viene mai così??) e un flan parisienne. Per me è amore al primo boccone: il flan salta subito ai primi posti dei miei dolci preferiti, grazie alla consistenza quasi budinosa e la dolcezza discreta.
Rimpinzati a dovere, ci spostiamo in metro fino al Louvre. Non vogliamo entrare (troppa fila) ma vale la pena farci un salto anche solo per godersi la splendida architettura esterna. Nella stagione più calda inoltre, si può aproffittare del grandissimo parco che si trova di fronte al Louvre per fare un bel pic nique.
Seguendo la nostra filosofia del giro alternativo di Parigi, io e il mio ragazzo scegliamo di visitare una sezione poco conosciuta del Louvre, che si trova nella sezione distaccata del museo, più verso il parco. Qui si trova il museo delle arti figurative, che comprende diverse sezioni tra cui il museo della pubblicità. Vista la mia passione per la grafica e il marketing non potevo saltare questa visita.
Quando arriviamo però abbiamo una sorpresa: i problemi non ci sono solo in Italia, infatti ci dicono che è in corso uno sciopero dei dipendenti del museo. Tutte le esposizioni permanenti sono chiuse, in compenso si può entrare gratuitamente alle mostre temporanee. Lo confesso: ci sono rimasta un po' male, ma visto che ci siamo decidiamo di aproffittare dell'entrata gratuita. Scelta decisamente azzeccata!
Scopriamo un'artista moderno, che probabilmente non avremmo mai conosciuto altrimenti. La mostra su Jean-Paul Goude ci accoglie con un manichino mobile vestito con un abito di scena davvero di effetto. Da lì inizia un trionfo di fotografie, bozzetti e video uno più interessante dell'altro. A mio parere si tratta di un vero artista moderno e credo che aiuti a capire come si possa fare arte anche attraverso mezzi meno tradizionali, come riviste, pubblicità ecc..
Al piano superiore non potevo che visitare la mostra per gli 80 anni di Babar. Lo conoscete no? L'elefantino! Peccato che io sia rimasta scioccata: ma voi lo sapevate dell'intrico incestuoso alla base della storia degli adorabili elefantini? Ecco, io no :D
Superato lo shock, ci facciamo una bella passeggiata lungo rue de Rivoli, verso la ruota panoramica. Potete decidere di camminare lungo la strada, o arrivare alla ruota attarversando il parco.
Girando sulla destra, alla fine di rue de Rivoli, arriviamo in una zona di negozi veramente chic! Tralasciando le varie gioiellerie, arriviamo davanti alla vetrina più preziosa: quella di Ladurée. Ci spiaccichiamo contro i vetri come la piccola fiammiferaia davanti al negozio di giocattoli: un trionfo di macaron, dolcetti, scatole rosa, lustrini! Sembra quasi finta! Meno finti sono invece i soldi che questo famoso pasticcere vi chiede per assaggiare una delle sue creazioni. Un vero e proprio furto legalizzato, almeno per noi poveri disgraziati! In effetti all'interno è pieno di gente che sgomita e di commessi che saltano come pallini da una parte all'altra. Viste le scarse finanze, ci accontentiamo di un paio di foto e procediamo.
A pochi passi dalla pasticceria delle meraviglie, arriviamo alla meta: Fauchon. Un trionfo di fucsia, cioccolatini con i lustrini e costosi foie gras. Confesso che mi aspettavo di più, alla fine dei conti vendono prodotti trovabili anche da altre parti, ma a prezzo indubbiamente pompato. In ogni caso sappiate che è possibile acquistare i macaron e anche mangiare all'interno del negozio.
Non contenti di tutte le ore di camminata, prendiamo la metro e andiamo a fare qualche foto notturna a Notre Dame e alla Tour Eiffel. Da quando cala il sole, la Tour Eiffel si illumina di mille luci allo scoccare di ogni ora e bisogna ammettere che ha un certo fascino!
Si è fatto tardi e dopo lunghe ricerche di un posto dove mangiare a poco in zona Tour Eiffel abbandoniamo l'idea e torniamo al quartiere latino. Lì ci pappiamo due abbondanti Fondue, savoyarde e alla birra, accompagnate da pane e patate.
Stanchi morti ci trasciniamo fino in albergo e crolliamo. 12 ore a camminare sono state veramente pesanti!
Ci svegliamo il secondo giorno con un tempo cupo, un po' uggioso, ma decisamente caldo! Abbiamo sempre mangiato all'aperto d'altronde. In ogni caso, col cappuccio in testa, decidiamo di andare a vedere il Sacré Couer, che si trova proprio nel quartiere dove abbiamo soggiornato.
Preparatevi a camminare in salita, infatti questa bellissima chiesa si trova in cima a una collina. E' vero però che se arrivate dal lato giusto potete salire tramite una funicolare, tranquillamente usufruibile con la carta Paris Visite.
Noi siamo masochisti e decidiamo di farci molti, molti scalini e alla fine arriviamo in cima. Sotto natale in zona c'è anche un piccolo mercatino di natale, che a parer mio è un po' triste, ma sarò io che ho il mercatino più famoso d'Italia a pochi minuti da casa e poi di mattina non rendeva molto.
La basilica del Sacré Coeur, costruita a fine 800, è un'opera d'arte di dimensioni enormi. Bianca e luminosa all'esterno, di un eleganza unica all'interno, grazie a tantissimi decori floreali di una finezza infinita. Ha uno stile particolare, che io sinceramente adoro. Potete visitare la basilica gratuitamente ma ricordatevi che in questo luogo, consacrato a Gesù, si prega 24/24h quindi giustamente si richiede grande silenzio e rispetto per i fedeli.
La collinetta in cima a Montmartre non è imperdibile solo per il Sacré Coeur: questo quartiere infatti è conosciuto come il quartiere degli artisti. Qui durante la Belle Epoque si incontravano i grandi artisti di allora. Oggi il quartiere mantiene il suo fascino, specie d'estate quando i caffé all'aperto si riempiono e gli artisti realizzano le loro opere all'aria aperta. Se vi piace l'idea potete scendere in direzione Moulin Rouge,arrivando in una via (scusate, non mi sovviene proprio il nome) dove sono state girate molte scene del film "Amelie".
Se non avete voglia di fare su e giù, sappiate che arrivare al Sacré Coeur vi permetterà già di godere di una meraviglia unica. Dalla collina infatti potrete godere di una vista meravigliosa sulla città di Parigi. Quando l'aria è pulita e c'è il sole si può vedere davvero lontano! Vi consiglio quindi di evitare lunghe code e biglietti costosi per salire sulla Tour Eiffel e godervi invece il panorama da Montmartre.
Dopo qualcosa tipo 200 foto, decidiamo di scendere per le lunghe scalinate e andare a cercarci qualcosa per fare colazione.
Troviamo una piccola patisserie (Avenue Trudaine 15, a pochi passi dalla stazione della metro) e facciamo il nostro primo incontro con Lui, il re della pasticceria francese: il croissant au beurre! Che dirvi? Una moltitudine di sfogliature, un gusto unico: l'esterno più "croccante" contrasta ma si mescola perfettamente con la morbidezza interna. Non si sente minimante la mancanza di un ripieno, è perfetto così com'è! Assieme al croissant ci pappiamo anche un abricotine, un dolce con pasta sfoglia, un velo di crema pasticcera e albicocche sciroppate. Una meraviglia anche questo!
Rifocillate a dovere ci spostiamo in tutt'altro quartiere, scendendo alla fermata Saint Paul. Ci troviamo in una via davvero carina, costellata di piccoli localini, boulangerie, fromagerie ecc.. Dopo una breve sosta caffè da Starbuck (sì, sono tossica del loro "caffè"), arriviamo alla Maison européenne de la photographie. Ci tenevo tantissimo ad andarci, perché negli ultimi anni ho sviluppato davvero una passione per la fotografia e si sa, per imparare bisogna osservare i grandi.
Il museo si trova in rue de Fourcy 5/7, ma contate che non è individuabile proprio facilmente. Rue de Fourcy sembra più un viottolo di poco conto e anche l'entrata del museo non è appariscente (assomiglia più a un ufficio).
Come sempre, mentre il mio ragazzo paga la tariffa intera (7 euro) io me la cavo con quella ridotta (4 euro). Vi dico subito che me l'aspettavo diversa: molto più grande, con nomi più famosi ecc.. Questo museo è invece tutto il contrario, o quasi: si vede che non sono abituati ad avere moltissimi visitatori, ci sono 3 piani di mostre piccolissime e tutte bene o male temporanee. Dopo un'iniziale delusione però, vi assicuro che le mostre sono davvero belle.
Andando sul sito del museo potete vedere le mostre in corso, quando siamo arrivati noi abbiamo avuto la fortuna di vedere una mostra di Klein su Roma del dopoguerra (una vera chicca), una su tre fotografi brasiliani (e qui ammetto di non aver compreso fino in fondo la loro arte), una di Martine Franck (che ha fotografato artisti a partire dagli 80 e continua tutt'ora) e infine un'interessantissima sezione sulla nascita della fotografia in Albania. Vi potranno sembrare esposizioni di poco conto ma vi assicuro che non è così! Sanno lasciare il segno. Unica pecca: la mostra su Klein è accompagnata da dettagliate spiegazioni, peccato che manchino i riferimenti numerici sulle fotografie quindi non si capisca a cosa ci si riferisca...
Quando usciamo è tardi e il nostro stomaco inizia a lamentarsi. Decidiamo di tornare sulla via principale e ci infiliamo in una boulangerie (rue St Antoine 87) che mette a disposizione anche uno spazio dove seders in pace e con servizio al tavolo. Con 9,50 euro a testa ci pappiamo due splendide baguette, dal gusto decisamente classico: camembert per la prima, paté e cetriolini per la seconda. Sempre nel menu, erano comprese due bibite e due dolci. La scelta è ardua: alla fine però ci decidiamo per un'éclair al caffè (ma perché a me la crema al caffé non viene mai così??) e un flan parisienne. Per me è amore al primo boccone: il flan salta subito ai primi posti dei miei dolci preferiti, grazie alla consistenza quasi budinosa e la dolcezza discreta.
Rimpinzati a dovere, ci spostiamo in metro fino al Louvre. Non vogliamo entrare (troppa fila) ma vale la pena farci un salto anche solo per godersi la splendida architettura esterna. Nella stagione più calda inoltre, si può aproffittare del grandissimo parco che si trova di fronte al Louvre per fare un bel pic nique.
Seguendo la nostra filosofia del giro alternativo di Parigi, io e il mio ragazzo scegliamo di visitare una sezione poco conosciuta del Louvre, che si trova nella sezione distaccata del museo, più verso il parco. Qui si trova il museo delle arti figurative, che comprende diverse sezioni tra cui il museo della pubblicità. Vista la mia passione per la grafica e il marketing non potevo saltare questa visita.
Quando arriviamo però abbiamo una sorpresa: i problemi non ci sono solo in Italia, infatti ci dicono che è in corso uno sciopero dei dipendenti del museo. Tutte le esposizioni permanenti sono chiuse, in compenso si può entrare gratuitamente alle mostre temporanee. Lo confesso: ci sono rimasta un po' male, ma visto che ci siamo decidiamo di aproffittare dell'entrata gratuita. Scelta decisamente azzeccata!
Scopriamo un'artista moderno, che probabilmente non avremmo mai conosciuto altrimenti. La mostra su Jean-Paul Goude ci accoglie con un manichino mobile vestito con un abito di scena davvero di effetto. Da lì inizia un trionfo di fotografie, bozzetti e video uno più interessante dell'altro. A mio parere si tratta di un vero artista moderno e credo che aiuti a capire come si possa fare arte anche attraverso mezzi meno tradizionali, come riviste, pubblicità ecc..
Al piano superiore non potevo che visitare la mostra per gli 80 anni di Babar. Lo conoscete no? L'elefantino! Peccato che io sia rimasta scioccata: ma voi lo sapevate dell'intrico incestuoso alla base della storia degli adorabili elefantini? Ecco, io no :D
Superato lo shock, ci facciamo una bella passeggiata lungo rue de Rivoli, verso la ruota panoramica. Potete decidere di camminare lungo la strada, o arrivare alla ruota attarversando il parco.
Girando sulla destra, alla fine di rue de Rivoli, arriviamo in una zona di negozi veramente chic! Tralasciando le varie gioiellerie, arriviamo davanti alla vetrina più preziosa: quella di Ladurée. Ci spiaccichiamo contro i vetri come la piccola fiammiferaia davanti al negozio di giocattoli: un trionfo di macaron, dolcetti, scatole rosa, lustrini! Sembra quasi finta! Meno finti sono invece i soldi che questo famoso pasticcere vi chiede per assaggiare una delle sue creazioni. Un vero e proprio furto legalizzato, almeno per noi poveri disgraziati! In effetti all'interno è pieno di gente che sgomita e di commessi che saltano come pallini da una parte all'altra. Viste le scarse finanze, ci accontentiamo di un paio di foto e procediamo.
A pochi passi dalla pasticceria delle meraviglie, arriviamo alla meta: Fauchon. Un trionfo di fucsia, cioccolatini con i lustrini e costosi foie gras. Confesso che mi aspettavo di più, alla fine dei conti vendono prodotti trovabili anche da altre parti, ma a prezzo indubbiamente pompato. In ogni caso sappiate che è possibile acquistare i macaron e anche mangiare all'interno del negozio.
Non contenti di tutte le ore di camminata, prendiamo la metro e andiamo a fare qualche foto notturna a Notre Dame e alla Tour Eiffel. Da quando cala il sole, la Tour Eiffel si illumina di mille luci allo scoccare di ogni ora e bisogna ammettere che ha un certo fascino!
Si è fatto tardi e dopo lunghe ricerche di un posto dove mangiare a poco in zona Tour Eiffel abbandoniamo l'idea e torniamo al quartiere latino. Lì ci pappiamo due abbondanti Fondue, savoyarde e alla birra, accompagnate da pane e patate.
Stanchi morti ci trasciniamo fino in albergo e crolliamo. 12 ore a camminare sono state veramente pesanti!
mercoledì 14 dicembre 2011
Parigi: città magica
Bonsoir!!! Come state? Io sono tornata domenica notte ma non ho avuto il tempo materiale di passare a salutarvi, anche perché ho scoperto con raccappriccio che la prossima settimana è già natale e voi non avete idea di quante cose ho ancora da fare!!!
Vabbeh, come promesso voglio farvi un resoconto dettagliato del mio viaggetto che è stato meraviglioso! Dividerò il racconto in più parti in modo da non rompervi troppo ;)
Fatemi premettere che questo non sarà un racconto oggettivo: io sono perdutamente innamorata della Francia! Amo tutto di questo paese: dalla lingua, al cibo, ai negozi...se vi dico che adoro anche il font utilizzato sui cartelli stradali mi prendete per matta?!
Ho visitato varie parti della Francia, anche se il Nord mi rimane nel cuore, vista la mia passione per i luoghi più freddi. Visto il mio amore per questo paese, non posso che essere perdutamente innamorata della sua capitale, Parigi, che avevo già visitato due volte.
Non mi stancherei mai di tornarci ed infati quando io e il mio ragazzo abbiamo deciso di farci un weekend da qualche parte non ho esitato a proporre questa metà. Un po' perché io avevo già visto la città, un po' per i gusti del mio ragazzo, non abbiamo fatto proprio una giro classico, quindi siete avvertiti!Noi ci siamo divertiti tantissimo e siamo rimasti molto soddisfatti, quindi spero che questo racconto vi possa essere utile e spero di riuscire a trasmettervi un po' del mio entusiasmo :)
Mercoledì 7 dicembre
Due incidenti di percorso ancora prima di partire: mi si rompe l'obbiettivo della macchina fotografica e scopro, per puro caso, che la mia carta d'identità non è valida all'estero. Passo la giornata a fare le corse ma alla fine riesco a chiudere la valigia e a mettermi in spalla lo zaino.
Partiamo da Bolzano alle 23 in direzione Bergamo.
Giovedì 8 dicembre
Con grande calma (anche perché la mia macchinetta fatica a raggiungere i 125 km/h) arriviamo all'aeroporto di Orio al Serio verso le 2.30 di notte. Decidiamo di lasciare la macchina in uno dei parcheggi più lontani, dobbiamo lasciare le chiavi, ma con 22 euro ce la caviamo.
Grazie al servizio navetta gratuito (operativo 24/24h) arriviamo in aeroporto, ci accampiamo per terra (purtroppo di notte è quasi del tutto chiuso, ma c'è comunque un bar) e....noooooo!!! Mi ero dimenticata di cambiarmi le scarpe!!!Alle 3 ci mettiamo in marcia e ci facciamo a piedi tutta la strada verso il parcheggio per recuperare gli scarponi! Solo io posso combinare certe cose.
Alle 6 ci imbarchiamo e, puntualissimo, l'aereo decolla per Parigi.
La Ryanair si conferma un'efficiente linea aerea: puntualità, velocità nel far arrivare i bagagli all'arrivo. Peccato che non abbiano smesso un attimo di fare pubblicità di ogni genere per tutto il viaggio!!! A momenti la hostess cercava di vendermi sua nonna! Vabbeh, in ogni caso visti i prezzi praticati rimane imbattibile per noi giovani discraziati :)
Atterriamo alle 8.05 all'aeroporto di Bauveais, che si trova fuori Parigi. Niente paura: potrete comprare i biglietti per il pullman in aeroporto (30 euro a testa a/r), che vi porterà fino a Parigi (stazione della metro Porte Maillot) in un'ora e un quarto circa. I pullman partono circa 15-20 minuti dopo l'arrivo del volo.
Arrivati a Parigi ci rechiamo alla stazione della metropolitana e acquistiamo la Paris visite. Con questo abbonamento (disponibile per 1, 2, 3 e 5 giorni) potrete usufruire della metro, della rer e degli autobus nelle zone indicate. Se volete visitare le classiche attrazioni parigine scegliete l'abbonamento per la zona 1-3, sarà sufficiente. Attenzione: se volete andare a Versailles dovrete prendere un biglietto a parte. La metro funziona fino alle 00:30, dopo di che dovrete arrangiarvi con gli autobus o i taxi.
In una mezzoretta arriviamo al nostro albergo, nel quartiere di Montmartre. Avevo prenotato tramite Booking.com, usufruendo di una superofferta (ce ne sono sempre, potrete trovare degli sconti davvero notevoli), l'hotel Best Western Montmartre. Fa parte di una catena di alberghi, presente anche in altri quartieri.
L'albergo si trova a pochi passi dalla stazione Chateau Rouge ed è davvero carino. Camere piccole ma pulite, televisore hd, wi fi gratis, personale davvero gentile e disponibile. Inoltre, che non guasta, l'hotel segue una filosofia "verde", cercando di ridurre l'inquinamento. Addirittura il bagnoschiuma offerto non contiene prodotti inquinanti e schifezzine varie,in pratica era molto migliore di quello che mi ero ingenuamente portata dietro dall'Italia. Unico difetto: muri molto sottili, se i beccate i vicini rumorosi la convivenza potrebbe risultare spiacevole.
Piccolo appunto: prima di partire avevo letto su internet che l'hotel si trova in una zona pericolosa. Vi assicuro che non è assolutamente così. E' vero, potrebbe capitarvi di trovarvi ad essere i soli bianchi per strada, perché in questa zona vivono soprattutto immigrati nordafricani, ma questo non significa assolutamente che sia un posto pericoloso!!!
Oltretutto come potrete rendervi conto facilmente, Parigi è una città cosmopolita, in cui si sono stanziati in particolare cittadini africani, vista la lingua in comune. Troverete quindi cittadini di molte nazionalità diverse e non di rado potrete trovarvi con moltissime etnie diverse nella stessa carrozza (si dice così?) della metropolitana.
Lasciamo le valige in albergo e ci dirigiamo all'Hotel des Invalides (stazione della metro Invalides): un meraviglioso edificio del diciassettesimo secolo, che ospita oggi il Musée de l'Armée.
Prima di entrare però facciamo un giretto nei dintorni e troviamo una boulangerie (rue St. Dominique), in cui prendiamo una buonissima baguette con cotto, uovo sodo, maionese, insalata e pomodoro e una bottiglietta d'acqua e con meno di 5 euro ci facciamo un bel pranzetto.
Torniamo agli Invalides e entriamo. Il biglietto costa 9 euro ma io, essendo cittadina europea di età minore ai 26 anni, entro gratis. Il museo racchiude bellissime armature di varie epoche, spade, fucili. Non si tratta di manufatti solo europei, ma ci sono anche splendide divise orientali. Da non perdere la tomba di Napoleone, che si trova in una cappella davvero maestosa ed elegante.
Dagli Invalides ci spostiamo verso la Tour Eiffel, visibile all'orizzonte già dal museo. Ero salita sulla torre anni fa, ma vi dirò che non è poi tutta sta meraviglia: potete godere di splendidi panorami anche da altri punti della città, molto più economici!! Per ammirare meglio la torre, vi consiglio di fare come noi: attraversate il ponte sulla Senna e salite al Trocadero, che si trova di fronte. In ogni caso, parere mio, la Tour Eiffel è molto più bella vista da lontano nella sua interezza piuttosto che da vicino!
Da dietro Trocadero riprendiamo la metro e andiamo a dare un'occhiata a Notre Dame. Non entriamo all'interno perché c'è una fila assurda ma ammiriamo la spettacolare architettura dall'esterno. Dall'altra parte del fiume si trova il quartiere latino, pieno di ristoranti etnici. Abbiamo bisogno di una pausa quindi individuiamo una carinissima boulangerie, acuistiamo due dolcetti e ci piazziamo in uno dei tavolini messi a disposizione. Grazie ai "funghi" stiamo anche al caldo. Il primo approccio alla pasticceria francese non potrebbe essere migliore: pain au chocolat (fatto con pasta da croissant ripieno di pezzetti di cioccolati) e un dolce alle mele (fatto cn pasta da croissant e mousse di mele). Che dire, uno più buono dell'altro!!
Facciamo un giretto per negozi giusto per arrivare a un'ora decente per entrare in un ristorante e poi torniamo al quartiere latino. Durante la nostra permanenza abbiamo sempre cenato in questa zona, un po' per comodità un po' perché ci siamo trovati da quelle parti all'ora di cena. In questo quartiere potrete trovare un po' di tutto: dalla fonduta al kebab, dal riso indiano alle crocchette libanesi. Tendenzialmente si tratta di ristoranti a prezzi relativamente bassi, non si tratta di alta cucina ma secondo me sono un buon compromesso per chi, come noi, non si può permettere di spendee 25 euro a testa per una cena.
Due indicazioni per quanto riguarda i ristoranti francesi: innanzitutto è abitudine che i ristoranti offrano dei menu a prezzo fisso, che permettono di risparmiare un po' rispetto ai piatti à la carte. Ciò viene fatto non solo nei ristoranti più turistici, ma anche in quelli più chic.
Altra cosa importantissima: l'acqua costa come l'oro! Guardando un qualsiasi menu, noterete che una bottiglietta d'acqua costa quanto una di coca cola. Se siete al ristorante quindi, ordinate una caraffe d'eau, cioè una caraffa d'acqua. Non preoccupatevi, nessuno vi guarderà male! E' un'abitudine dei francesi, tant'è che nei ristoranti hanno già le caraffe pronte.
Per la prima sera scegliamo un ristorante francese, optando per il menu a 16 euro. Come prima portata io scelgo la soupe à l'onion: si tratta di una zuppa di cipolle fatta con brodo di carne, pane secco, cipolle e gruyere che crea una crosticina fantastica in superficie, grazie alla gratinatura in forno. Luca, il mio ragazzo, opta invece per les escargots, cioè le lumache. Sono servite con burro alle erbe e, superato l'imbarazzo di fronte a pinza e forcone per mangiarle, le mangiamo di gusto.
La mia portata principale è un magret de canard all'arancia con patatine fritte. L'anatra è molto utilizzata dai francesi e la trovate fatta un po' in tutti i modi, io la adoro ma ha sicuramente un gusto un po' più particolare rispetto alle carni a cui siamo tipicamente abituati in Italia. Luca opta per un filetto al sangue con patatine fritte e salsa al roquefort (un formaggio tipico francese, simile al gorgonzola).
Mentre Luca conclude con un tris di formaggi io mi lancio sulla crème brulée.
Finito di cenare, non reggiamo, e torniamo in albergo per recuperare un po' di ore di sonno (in fondo abbiamo dormito solo 1 ora e mezza!).
Per il racconto del secondo giorno vi rimando al prossimo post! :)
Bisous!
mercoledì 7 dicembre 2011
Vi saluto per il weekend!
Foto presa da: www.innovativo.it
Ciao lettori, sono passata per un veloce saluto! Fra poche ore parto alla volta di Parigi! Finalmente dopo quasi 3 anni andrò in vacanza, io e il mio moroso ce la meritiamo :)
Aspettatevi lunghi post al mio ritorno, vi farò un resoconto al secondo dei mie spostamenti parigini!
A lunedì! bacini
martedì 6 dicembre 2011
Sono a Bolzano: dove mangio? Sushi da Bento
Mi sono appassionata alla cucina giapponese ben prima che iniziasse ad essere di moda in Italia. In effetti il mio amore per l'arte culinaria nipponica si è sviluppata leggendo quintali e quintali di manga, i fumetti giapponesi. Non vi dico quanti soldi e quanto tempo ho lasciato in fumetti di ogni genere. Li adoravo alle superiori! Poi il poco tempo mi ha fatto accantonare un po' questa passione, ma credo che se rientrassi in fumetteria potrei ricadere in questa dipendenza.
Il mio primo incontro con la cucina giapponese è stato in un ristorante di Verona, e in effetti fino a poco tempo fa dovevo sempre spostarmi per riuscire a gustare le mie specialità preferite. Da un po' di tempo a questa parte, complice la moda dilagata in Italia, anche a Bolzano sono stati aperti numerosi locali che offrono sushi.
Alcune precisazioni sono d'obbligo: innanzitutto lungi da me ridurre la cucina nipponica al sushi, purtroppo molto spesso i locali non offrono molto di più. Secondo: sono purista nei limiti del possibile, per cui non mi fido molto di quei ristoranti cinesi che si sono improvvisamente trasformati in ristoranti giapponesi o, peggio ancora, in generici ristoranti orientali. Non ho niente contro i cinesi sia chiaro, solo che mangiare sushi da un cinese è come mangiare un arancino cucinato da uno svedese. Magari è bravissimo, ma insomma.... Infine: come tutti i cibi esportati, so che il sushi che si mangia qua poco ha a che fare col sushi che assaporano i giapponesi doc in Giappone. Tuttavia mi piace molto quello che trovo qua, quindi finché non potrò assaggiare la versione originale mi accontento di questo.
Tornando al locale di cui voglio parlarvi, beh si tratta indubbiamente del mio spacciatore di sushi preferito in città. Si tratta in realtà di 3 locali, accomunati dallo stesso menu seppur con qualche variazione. Mentre Shiro offre solo sushi da asporto, Bento e Bamboo bar offrono anche posti a sedere,qualche specialità giapponese calda (splendida tempura, una zuppa favolosa) e dei piatti più mediterranei per chi proprio non riuscisse a mandare giù il resto.
Io di solito mangio sempre sushi (per carità, lo chiamo genericamente sushi ma ogni rotolino ha un nome diverso) ed ecco cos'ho preso l'altro giorno al takeaway.
In un vassoietto avevo gli uromaky philadelphia, che vi consiglio se volete iniziare la vostra esperienza col pesce crudo. Sono composti da riso condito, salmone, avocado, philadelphia, alga e semi di sesamo chiari e scuri.
L'altro vassoio contiene invece i miei preferiti con tonno e salsa piccante agli arachidi. Il tonno ha sicuramente un gusto più particolare, ma personalmente è il mio preferito.
Sui vassoietti, assieme agli uromaki ci sono anche una salsina verde e dei "cosi" bianchi: si tratta rispettivamente di wasabi e zenzero in salamoia. Occhio col wasabi: si tratta di una salsina a base di rafano verde e non picca, di più!!! Lo zenzero in salamoia invece è favoloso, a un gusto leggermente piccante e "limonoso". Con le bacchette in dotazione mettete un po' di wasabi nella salsa di soia e mescolate bene. Lo zenzero invece va piazzato sui singoli pezzi di sushi.
Ora, è vero che vi danno le bacchette, e magari se siete nel ristorante con un bel vestito elegante ecc non è il caso, ma sappiate che il sushi si mangia con le mani! Quindi se siete impavidi, agguantate un pezzo di sushi, pocciatelo nella salsa di soia e mangiate in un sol boccone (se ce la fate!!!).
Allora, vi ho convinti? So che magari a Bolzano non cercate cucina giapponese, ma se vi capita provate ciò che questo ristorante buonissimo vi può offrire!
Vi lascio l'indirizzo del sito di riferimento: http://www.shiro-bz.it/it/
Baciiii :)
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